Perché il testo in napoletano della canzone di Geolier è stato criticato?

Il rapper napoletano Geolier debutterà sul palco dell’Ariston con un pezzo che fa già molto discutere. Scopriamo perché

Emanuele Palumbo, in arte Geolier, è un rapper napoletano classe 2000, che ha debuttato nel 2018.

In pochi anni, Geolier è riuscito a farsi strada tra i grandi nomi della musica italiana duettando con artisti del calibro di Sfera Ebbasta, Emis Killa, Jake La Furia, Giorgia e Marracash. Niente male per il giovane artista, che ha fatto della lingua napoletana il suo tratto distintivo.

Geolier, infatti, scrive testi rigorosamente in napoletano, portando avanti quello che già Liberato aveva cominciato a fare nel 2017: mettere in luce, nella musica contemporanea, la ricchezza di una lingua che, nonostante possa risultare complessa da capire per chi non la parla, sta conquistando sempre di più il cuore e le orecchie del pubblico.

A Sanremo 2024 parteciperà anche Geolier, e i suoi fan non vedono l’ora di poterlo vedere esibirsi in prima serata sul palco del famigerato festival.

Ecco la dichiarazione del cantante, in merito alla sua partecipazione:

“Ho già vinto a Sanremo, perché al Festival porto finalmente la lingua napoletana. Con me sul palco ci sarà tutta Napoli”

Geolier
Geolier si esibirà a Sanremo 2024 – ANSA/GIUSEPPE LAMI – sanremostory.it

Ma forse non è vero che tutta Napoli sarà con lui. Infatti, qualcosa non è andato secondo i piani, e la canzone che il rapper napoletano ha scritto in occasione di Sanremo 2024, intitolata “I p’ me, tu p’ t”, è già stata bombardata di critiche.

A ripetizioni di napoletano

Sembrerebbe che il motivo di tanto clamore derivi da alcuni errori presenti nel testo in napoletano della canzone.

Il polverone sarebbe arrivato a inglobare addirittura la casa discografica dell’artista: la Warner Music, a cui sono state inviate numerose versioni del testo della canzone con correzioni e aggiustamenti, per renderla scritta in “vero napoletano”.

I cultori della lingua invitano il cantante a seguire qualche corso dedicato al napoletano, per impararlo davvero e fare meglio la prossima volta. Ma Geolier ha sbagliato davvero?

Tutti contro Geolier

Geolier è nato e cresciuto a Napoli, precisamente a Secondigliano. Perciò possiamo immaginare che il napoletano lo conosca abbastanza bene. Eppure, Maurizio DeGiovanni, scrittore napoletano, ha definito il testo del brano come “un vero strazio” e ha aggiunto:

“Nessuna invidia o giudizio sull’artista, sul suo valore o successo che peraltro gli auguro con tutto il cuore da conterraneo e tifoso di ogni espressione positiva del territorio. Il napoletano è una lingua, ha una sua scrittura e questa ha diritto al rispetto. Andate a vedere la scrittura dei testi di Pino Daniele. Sono tutti disponibili in rete. Guardate come sono scritti”

Anche Gianfranco Gallo, attore e regista, si schiera contro il testo di Geolier:

“Sono felice che un ragazzo napoletano fortissimo vada a Sanremo, lo giuro. Ma, pur non essendo un purista integralista, devo solo pensare che così tanti autori saranno stati necessari visto che il testo è in dialetto congolese stretto.”

Ad essere imperdonabile, secondo loro, sarebbe l’assenza di accenti e aferesi essenziali per scrivere il napoletano.

Ma se invece di superficialità si trattasse dell’inevitabile evolvere di una lingua?

Slang o errori imperdonabili?

Considerata la portata del pubblico di Sanremo, stentiamo a credere che il testo non sia stato revisionato e corretto attentamente prima di essere sottoposto all’autorità del festival, perciò sorge spontaneo chiedersi se si tratti di veri errori o semplicemente di un’evoluzione della lingua stessa in un slang più colloquiale e moderno.

A dare manforte a questa teoria ci pensa Pasquale Scialò:

“Sono giovani che hanno tutt’altra modalità di ideazione e di linguaggio. Il linguaggio si rinnova, è un processo evolutivo o degenerativo. È un dato di fatto: ormai una parte dei giovani scrive in quella maniera.”

Il famoso compositore italiano parla anche di una sua esperienza diretta con i testi di Geolier:

“Nel mio cofanetto, ci sono anche testi di Geolier. Li ho aggiustati, li avevo normalizzati dal punto di vista lessicografico. Non lo farò più. A pensarci bene: quello è un modo di scrivere, potrei non condividerlo ma quello è un modo di scrivere.”

La critica si divide, perciò, tra chi sostiene che il cantante abbia commesso errori imperdonabili e chi, invece, pensa che incarni perfettamente l’evoluzione della lingua napoletana moderna.

Che la canzone sia sbagliata o meno, una cosa è certa: non vediamo l’ora di sentirgliela cantare dal vivo sul palco dell’Ariston.

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