Grandi novità per questa edizione di Sanremo.
Prima di tutto si cambia
momentaneamente postazione, dall’Ariston al gigantesco Palafiori di Arma di
Taggia; purtroppo non viene esaurito e quindi si sistemano le postazioni di modo
che sembri pieno con le telecamere. Vengono sistemati finti scogli di
polistirolo e mare sullo sfondo ma girano anche i pipistrelli (dai quali la
super ospite straniera, Liza Minelli, sarà bersagliata e anche il batterista dei
Pooh Stefano D’Orazio.
Ritorna l’orchestra, dopo il 1977, e si avvicendano come maestri, Vince
Tempera, Augusto Martelli e Massimiliano Pani (il figlio di Mina) e altri.
Infine, per la prima volta dopo il 1965, si esibiscono ancora le accoppiate
con gli stranieri, anche se stavolta gli stranieri possono tradurre la canzone
nella loro lingua.
Per la prima volta, dal 1983, è abolito il Totip, votano le giurie e sono
dati solo i primi tre posti.
Presentano Johnny Dorelli, un po’ logorroico e Gabriella Carlucci (per la
seconda volta) con un vestito rosso alla Jessica Rabbit; i due non andranno
d’accordissimo.
Poche sono le curiosità che precedono il Festival: il telegiornale satirico,
“striscia la notizia”, fa giungere voci di un caso giudiziario per Adriano
Aragozzini, che infastidito si chiude in un silenzio stampa. Sul palco entrano
alcuni personaggi particolari: Antonio Cianci, un fondamentalista ecologico e
Piero Chiambretti, che tenterà di cantare la canzone di Peppino Di Capri,
“Evviva Maria”, ma verrà scacciato dall’infuriato manager del cantante, il
marchese Gerini. Grandi super-ospiti come: Liza Minelli (felicissima di essere
li), Tina Turner (come sempre giovanissima) e Rod Stewart (che non sa neppure
cosa sia Sanremo).
Alla fine Aragozzini promuove un Sanremo Tour, per far conoscere la canzone
italiana al mondo ma è un fiasco.
La vittoria è annunciatissima (tanto è vero che Dorelli si arrabbierà molto
quando li presenterà) dei Pooh. Il gruppo va a Sanremo, tanto per provare in 26
anni ma dice subito che non ci tornerà più poiché è “una gabbia di matti”. La
canzone è molto bella, “Uomini soli”, sulla solitudine umana ma il gruppo è
accusato di varie cose: vorrebbero 30 milioni a testa per l’interpretazione a
Sanremo ed inoltre si dice che abbiano voluto garanzie di vincere e quindi che i
Big non siano stati alla loro altezza. Grandiosa la loro partner, Dee Dee
Bridgewater.
Secondo è, per la quarta volta consecutiva (!!!) Toto Cutugno ma questa volta
con una canzone bellissima, dal testo bellissimo,”Gli amori”, per la prima volta
anche i giornalisti devono ammetterlo e non lo criticano. Il doppiaggio è del
grandioso Ray Charles (a cui Toto sportivamente ammetterà gran parte del secondo
posto) che però si scorda della sua interpretazione e non la porta in giro per
il mondo.
Terzi infine sono Amedeo Minghi e la esordiente (dopo la vittoria nelle
novità) Mietta. Cantano una bella canzone, che unisce la potenza vocale di
Mietta e la particolare voce di Minghi, “Vattene amore”, che sarà conosciuta in
tutta Italia per il modo di dire “trottolino amoroso”. Sono doppiati
dall’ex-bambina prodigio e ora bambolona bionda senza talento, Nikka Costa.
Per il resto sono da notare i grandi ritorni: l’emozionatissima Caterina
Caselli (lontana da Sanremo ormai dal 1971), ormai produttrice di successo, che
però riprova il suo vecchio amore, con la bella “Bisognerebbe non pensare che a
te”. Ritorna anche, seppur con molta pacatezza, Milva (assente dal 1974) con una
bella (ma non certo fatta per vincere) “Sono felice” dove la “pantera di Goro”
recita ancora oltre a cantare. Milva è replicata dall’ex-cantante scalza, Sandie
Show.
Solita forte presenza femminile: Lena Biolcati (in gara contro il suo
pigmalione D’Orazio) con la non bellissima “Amori”, si allontanerà dalla musica
leggera (doppiata dal non vedente Gilbert Montagnè); Anna Oxa, dopo che Patty
Pravo ha rifiutato la sua canzone definendola un “mortorio”, che ritorna da
vincitrice in carica con i capelli neri e fluenti e con una bellissima “Donna
con te”. A doppiare la Oxa vengono addirittura i “re” dell’imperante Lambada, i
Kaoma; la giovane e brava autrice (ma destinata a non aver troppo successo)
Grazia Di Michele, con “Io e mio padre”; la solita grandiosa Mia Martini (a cui
è perdonato il gonnellino a fiori bianchi e grigi) con la bellissima “La
nevicata del ’56”, dove descrive la Roma imbiancata dalla neve della sua
infanzia ed infine la “Nuova Proposta” in carica, Paola Turci che riconferma con
la bella “Ringrazio Dio” e la sua voce calda (Paola è doppiata dal bravissimo
brasiliano Toquinho).
Tra i cantanti maschi si notano: Christian, solito melodico con “Amore”, che
segna la sua ultima presenza; il già citato Peppino Di Capri, con una insolita
canzone allegra e quasi latina “Evviva Maria”; Sandro Giacobbe, il solito
melodico con “Io vorrei”; Mango, doppiato dal grande Leo Sayer, con una non
eccezionale “Tu..si” e Mino Reitano, che si muove, al suo solito, cantando la
piacevole ” Vorrei”. Da notare la bellissima canzone di Riccardo Fogli “Ma quale
amore”, doppiato dalla brava Sarah Jane Morris. Inoltre c’è anche la
partecipazione dei Ricchi e Poveri, sempre più innovati, che cantano “Buona
giornata”, una bella canzone semi-jazz. All’inizio il trio aveva rifiutato lo
straniero, perché troppo dispendioso ma poi ha voluto Jorge Ben.
Curiosità infine la partecipazione dei due fratelli Bella, questa volta uniti
e non divisi (come nel 1981) con una molto bella “Verso l’ignoto”, doppiati
dalla sorella di Michael Jackson, La Toya Jackson, che però non è certo pari
alle attese. Particolare anche l’accoppiata tutta napoletana del percussionista
Tony Esposito e dal fratello di Edorardo Bennato, Eugenio Bennato e la loro
particolare “Novecento, aufwiedersehen”.
Infine c’è la nota di colore del comico Francesco Salvi, doppiato dal famoso
(per quei anni) Papa Winnie, che canta “A”. la canzone col più breve titolo
nella storia del Festival di Sanremo, dice Salvi, è nata da quando ha detto che
andava A Sanremo.
Finalmente si torna ad un solo girone per le “Nuove Proposte”. Vince il
toscano Marco Masini, della scuola di Bigazzi, con “Disperato”, una bella
canzone che descrive infondo le tematiche del cantante in futuro, sempre
intimistiche ma sempre accusato di essere triste. Masini avrà una certa carriera
e mostrerà sempre la rabbia che ha dentro di se, nelle canzoni. Si notano
inoltre Sergio Laccone e l’eterno Franco Fasano (“Vieni a stare qui”) che si
porta al secondo posto e ritenta ancora l’avventura. Curiosa la seconda presenza
di Gianluca Guidi, terzo con “Secondo te”, che verrà curiosamente presentato da
suo padre, Johhny Dorelli. Inoltre si notano le presenze di Armando De Raza (il
finto spagnolo), con l’ironica “Lambada strofinera”, un ennesimo prodotto di
Renzo Arbore e la bravura della terza figlia di Celentano, Rosalinda Celentano
(dai tratti un po’ mascolini) che canta la bella, ”L’età dell’oro”.