Festival di Sanremo 2005
Anticipazioni, commenti e pronostici
(a cura di Cristiano Mancin)
E' partita, con la presentazione in diretta tv
dei partecipanti, la cavalcata verso il 55° festival della canzone italiana.
Il nuovo meccanismo, che prevede in pratica 5 mini-gare distinte da cui
usciranno i pretendenti alla vittoria finale e che per alcuni può sembrare
spietato, perché vedrà l'eliminazione diretta di alcuni cantanti, per qualcuno
giunge come una benedizione, perché ci si dovrà scontrare solo con altri quattro
interpreti per entrare tra i primi cinque.
Ciò nonostante, i cantanti (soprattutto le donne) che si sono incontrati nel
corso della puntata del 6 gennaio di "Affari tuoi" si sono palesemente ignorati
quando, a gruppi, sono stati chiamati in studio da Bonolis, illudendo così i
nostalgici di un poco probabile ritorno al sano clima di competizione dei mitici
anni '60.
Come dimenticare, infatti, le battaglie a suon di canzoni, ma anche di
dichiarazioni spesso pepate, tra Modugno e Villa, che seppero ignorarsi anche
quando vinsero in coppia nel 1962? Oggi che le battaglie le fanno i discografici
e i dirigenti RAI, un minimo di competizione può solo far bene al Festival.
Ma vediamo, nel dettaglio, i venti big che si sfideranno dal 1° marzo.
CATEGORIA UOMINI
Un cast di tutto rispetto per questa categoria, che senza dubbio strizza
l'occhio ai giovani pur coinvolgendo anche i più grandi.
Due sono reduci dal grande successo dell'anno scorso: Marco Masini, il vincitore
ufficiale, e Paolo Meneguzzi, quarto in classifica ma sicuramente il più
ascoltato della passata edizione. Tornano la melodia di Gigi D'Alessio e la
grande voce di Francesco Renga, che proprio del successo sanremese "Tracce di
te" ne ha fatto il suo cavallo di battaglia.
Il gradito ritorno del "vecchio" Umberto Tozzi, assente dal 2000, completa il
quintetto della categoria, forse, più equilibrata del Festival.
CATEGORIA DONNE
Anche nel gruppo femminile ci sono artiste che rivestono un importante ruolo
nella musica delle nuove generazioni ed anche qui nessun debutto.
C'è chi ha partecipato tra i big una sola volta, come le sorelle Iezzi, Paola e
Chiara, che a otto anni dalla loro vittoria tra le Nuove Proposte ("Amici come
prima", 1997), da ragazzine acqua e sapone, possono vantare quasi più
cambiamenti di look di Anna Oxa.
O come Anna Tatangelo, che forse non fa più tanta paura come nel 2003, quando la
"frenarono" costringendola al duetto con Federico Stragà e dandole una mediocre
canzone.
Torna dopo sei anni Marina Rei e torna, a due anni dalla vittoria, Alexia,
mentre la vetarana di questa categoria è Antonella Ruggiero, che per la prima
volta dal suo distacco dai Matia Bazar se li trova contro a Sanremo.
CATEGORIA GRUPPI
Questa è la categoria più variegata come generi musicali e che nasconde le
maggiori incognite. Prima fra tutte, quella costituita da Nicky Nicolai e la
Stefano Di Battista band; marito e moglie, cantante lei e sassofonista lui, sono
ottimi esponenti della musica jazz, pur essendo sconosciuti al grande pubblico.
Altra incognita è costituita dai Matia Bazar, che si presentano a Sanremo con
una nuova cantante: Roberta Faccani, diplomata al C.E.T. di Mogol e ottima
vocalist, ha preso il posto di Silvia Mezzanotte, che ha deciso di intraprendere
la carriera di solista. Dobbiamo aspettarci un "derby a tre" con Matia Bazar e
Ruggiero per il prossimo anno?
Non ci si deve aspettare nulla di nuovo, invece, dall'ex naufrago (l'anno scorso
Pappalardo, quest'anno lui) Dj Francesco e dai suoi due compari.
A chiudere il quintetto, due importanti gruppi della nuova generazione, i Velvet
e Le Vibrazioni.
Una curiosità: Nicky Nicolai doveva partecipare come solista nella categoria
donne, ma è stato scelto poi di farla concorrere insieme alla band del marito,
forse per rimpiazzare qualche gruppo (si era parlato di PFM e Nomadi come
possibili partecipanti).
Nel caso di Dj Francesco, invece, il dubbio è che si sia dovuto inventare una
band improvvisata con due amici suoi (i fratelli Bassi) perché non ha trovato
posto nella categoria uomini.
CATEGORIA CLASSIC
Il solo pensiero a questa categoria era musica per le mie orecchie, amante come
sono del revival, finché non ho visto coi miei occhi i partecipanti.
Due i personaggi da salvare: Toto Cutugno, che torna più carico che mai col suo
famoso grido di battaglia "W Sanremo" (d'altronde la sua carriera è legata
indissolubilmente al Festival) e annuncia un possibile duetto con una misteriosa
partner femminile, e Peppino Di Capri, veterano della manifestazione (questa
sarà la sua quattordicesima partecipazione) e molto amato dal pubblico. Bizzarro
e curioso l'accostamento di Franco Califano alla musica di Tiromancino, anche se
con la poca voce che gli è rimasta in gola difficilmente il "Califfo" potrà
valorizzare il brano.
Fuori luogo la presenza di Marcella Bella (ma lei si ostina a farsi chiamare
solo per nome, come per paura di vivere all'ombra del fratello); assente dalle
scene da troppo tempo, è stata riesumata forse per riempire il vuoto lasciato da
chi, come Al Bano, ha declinato l'invito. Francamente non se ne sentiva la
mancanza e prevedo una sua rapida eliminazione, ma la invito a smentirmi e a
stupirmi con una grande performance.
Chi invece, nel bene e nel male, mi ha già stupito è Nicola Arigliano.
Ora, dire qualcosa di negativo su di lui sembrerebbe come sparare sulla croce
rossa: a 81 anni è elogiato da tutti come straordinario jazzista, quale lui è. O
forse è stato.
Con tutto il rispetto per le sue qualità di musicista, non mi sembra sia in
grado di affrontare con lucidità la gara. Mi perdoni, ma gli anni passano per
tutti e i tempi di "Venti chilometri al giorno" sono ormai lontani.
PRONOSTICO
Tralasciando ogni commento sui dodici giovani, quasi tutti esordienti, che come
i big gareggeranno per vincere nella loro categoria ed accedere, così, alla
finale, azzardo un pronostico sul risultato finale.
Pur non essendone entusiasta, credo che la vittoria andrà a Paolo Meneguzzi, in
qualche modo vincitore morale l'anno scorso (negli anni '60 era quasi una regola
che il Festival "pagasse i debiti" l'anno successivo).
Il nuovo regolamento fa ben sperare per l'ennesimo secondo posto di Toto Cutugno
(sarebbe la sesta volta!), che credo non avrà difficoltà a vincere nella propria
categoria.
Per il terzo posto non escludo l'exploit di un giovane, anche se vedo bene
Antonella Ruggiero tra le donne e la band di Nicky Nicolai tra i gruppi.
Buone possibilità, se la canzone è valida, per i Matia Bazar con la nuova voce o
per Masini (che invece di voce ha sempre quella vecchia).
LA CONDUZIONE
Un ultimo doveroso commento va ai conduttori accertati (c'è ancora l'incognita
di una valletta): Paolo Bonolis e Antonella Clerici.
Dalla Clerici, ormai definitivamente passata dal giornalismo sportivo
all'intrattenimento "culinario" (vendutissimo il suo libro di ricette "Oggi
cucini tu"), è lecito aspettarsi qualche gag o, peggio, qualche castroneria
nell'introduzione degli artisti, per quella sua giocosità con cui da anni
farcisce le sue trasmissioni.
Paolo Bonolis è per me un eccezionale conduttore, che sa dosare sapientemente
ironia e professionalità, è una persona intelligente che sa fare il proprio
mestiere ed è un degno erede dei più grandi maestri della tv, come Tortora,
Bongiorno, Baudo e Corrado (da cui credo che abbia imparato molto).
Ha, però, un piccolo difetto, che lo accomuna a quasi tutti i presentatori di
Sanremo: conosce molto poco la storia del Festival. E gli autori, purtroppo, non
lo aiutano a dovere. In mezz'ora di trasmissione ho potuto evidenziare due
macroscopici errori, uno dei quali è stato sottolineato dal diretto interessato.
Nel primo, Bonolis si prende la briga di sottolineare che il vincitore dell'anno
scorso (Masini) si rimette in gioco quest'anno; peccato solo che non sia, come
dice lui (anche se aggiunge un "mi pare"), la prima volta che accade: basta,
infatti, ricordare, senza andare indietro ai tempi di Domenico Modugno o di
Nicola Di Bari, l'esempio di Giorgia, vincitrice nel 1995 e terza nel 1996. Il
secondo errore lo commettono gli autori, che sul copione di Bonolis
attribuiscono ai Matia Bazar una vittoria in più, nel 1983, quando "Vacanze
romane" (forse la più famosa canzone del gruppo ligure) arrivò solo quarta. Il
povero Paolo abbocca e la gaffe viene sottolineata dallo stesso Giancarlo Golzi,
che però sbaglia a sua volta ricordando di essere arrivato ottavo.
E' una piccola mancanza per un personaggio come Bonolis, abituato a preparare
sempre nei minimi dettagli ogni suo programma: non a caso rifiutò il Festival
l'anno scorso per mantenere l'impegno di Domenica In.
Per me che seguo ed ammiro Paolo fin dai tempi di "Bim Bum Bam", passando per "Urka!",
"Doppio Slalom", "Tira e molla" fino all'ultimo popolare successo con "Affari
Tuoi", è una piccola e, in fin dei conti, rimediabilissima delusione.
Cristiano Mancin
<-- 2004 - 2006 -->
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