IL 2001 - LA STORIA
A cura di Rey Brambilla
Dopo il 1986, con Loretta Goggi, per la seconda volta il Festival è
presentato da una donna, Raffaella Carrà.
Inizialmente le veniva affiancato Fiorello ma poi lui stesso diniega, poiché
ha la sua trasmissione in corso a cui badare, farà una sola puntata come ospite.
La Carrà è quindi affiancata: dalla bellissima fotomodella australiana, Megan
Gale; dal nuovo grido come comico toscano (grazie ad alcuni films con
Pieraccioni), Massimo Ceccherini e dal presentatore, diventato famoso per essere
paparazzo, Enrico Papi, che gestirà il Dopofestival e darà alcune puntate sul
palco dell’Ariston.
La regia, per questa volta, è dell’ex-compagno della “Raffa nazionale”,
Sergio Japino.
Purtroppo questo Festival, registrerà un calo d’ascolti impressionante, a
causa forse dello spaesamento dei conduttori. Raffaella Carrà è sicuramente una
presentatrice di successo, un grande carisma e grande bravura: forse però il suo
ruolo non è sul palco di Sanremo, dove lei porta troppi cliché della sua
fortunata trasmissione, “Carramba che sorpresa”, come la passione per la
condizione degli Italiani all’estero (spesso lei ne accenna, con vari
collegamenti al Dopofestival) e come una certo animo paternalistico, verso gli
artisti in gara.
Megan Gale è bellissima, però non parla quasi per nulla l’italiano e le sue
poche parole non sono troppo significative (alcuni diranno che è una “bella
statuina”). Massimo Ceccherini, ha una comicità forse non adatta a Sanremo,
molto triviale e abbastanza clownesca, (a volte lo si accusa di voler imitare
Benigni, quando corteggia e salta addosso a Megan Gale). Enrico Papi è molto
simpatico la prima sera, quando svela i “dietro le quinte”, intervistando i Big
in attesa dell’esecuzione ma poi si limita ad una presentazione normale. Si
esibirà, con la Carrà, in un momento di irrefrenabile ilarità, quando si avrà un
collegamento con l’Argentina (a causa del ritardo dovuto al satellite), che farà
giustamente indispettire gli argentini. Alla fine la tensione salirà ai massimi
livelli: Ceccherini e Papi si insulteranno a vicenda e Ceccherini avrà uno
scatto di rabbia iniziale, con l’idea di abbandonare il festival alla prima sera
(poi è rimasto).
La situazione è peggiorata dalla regia di Japino, si scatenano le proteste
dei cantanti, che spesso non vengono inquadrati. La situazione è parzialmente
salvata da alcuni ospiti italiani: Mike Bongiorno, la prima sera, che si
esibisce in un insolito Rap con Raffaella Carrà e Fiorello, che alza gli
ascolti, nella sua breve ma indimenticabile performance.
Per la prima volta ci sono tre giurie (e non due), per evitare i
capovolgimenti di voti improvvisi: quella di qualità (capeggiata da Gino Paoli e
Iva Zanicchi), quella degli ascoltatori di musica e quella della gente comune.
Proprio il portavoce della giuria di qualità, Piero Chiambretti, sarà in
splendida forma e salverà in parte l’edizione, con battute degne del palco di
Sanremo.
Dopo alcune clamorose smentite (come l’idea della Carrà di avere la prima
sera tutte le recenti “vallette” di Sanremo, non accettata da queste a capo Alba
Parietti, che si sentono sminuite dalla “Raffa nazionale” tornano alcuni
super-ospiti italiani: Laura Pausini, Pino Daniele (che per un’ offesa a Bossi
si beccherà una querela dal leader leghista) e Piero Pelù (che esibirà ancora la
minaccia delle mine antiuomo).
Ci sono anche alcuni ospiti stranieri, da notare: Ronan Keating, Anastacia
(che dovrà fare addirittura un bis), Moby, Enya, Ricky Martin e Antonio
Banderas. In questo campo sono da ricordare due cose. Prima di tutto il “terrore
Eminem”. Un giovane rapper americano, famoso per testi pesanti anti-omosessuali
e per inneggiamenti all’uccisione dei genitori. Proprio durante il Festival si
consuma un tragico delitto, di una madre e del fratellino da parte della
sorella, che sconsiglia la presenza di questo ragazzo. La Carrà, col suo solito
tono paternalistico, chiarirà le sue origini difficili e quindi tenderà a creare
tenerezza intorno a questo ragazzo. Tutti saranno terrorizzati ma alla fine
tutto si risolve in una innocua esibizione, di cui non si capisce neppure il
testo del brano, visto che Eminem usa lo slang americano.
A sorpresa invece, problemi li daranno un altro gruppo, i Placebo. Saliti sul
palco con gentilezza (anche la Carrà denoterà la carineria del loro leader),
alla fine dell’esibizione, il cantante, distruggerà un amplificatore a colpi di
chitarra elettrica; il pubblico dell’Ariston lo fischierà ed insulterà e si
creerà un attimo di imbarazzo. Molti poi accuseranno la Rai, poiché questo
gruppo è famoso per “distruggere” gli arnesi sul palco e i dirigenti potevano
spiegare di non farlo.
Ancora una volta, Striscia la Notizia, creerà scompiglio. Dario Ballatini, il
bravissimo imitatore, andrà in giro per Sanremo nelle vesti di un improbabile
Vasco Rossi. Striscia segnalerà dei plagi, nelle canzoni di Syria e dei
Sottotono. L’inviato Valerio Staffelli porterà dei “tapiri” (cioè un specie di
premio per chi è “atapirato”, ossia abbacchiato), ai due artisti; i Sottono,
dicono, a causa dello stress, lo malmeneranno brutalmente, mandandolo
all’ospedale e dando (addirittura) dei fascisti a Striscia la Notizia.
La Carrà vorrà fare dei duetti con alcuni artisti fuori gara ma anche in gara
(Giorgia e Peppino di Capri); all’inizio le saranno vietati ma poi lei li farà
lo stesso.
La vincitrice è una sorpresa di per se. Elisa, nata a Monfalcone in provincia
di Gorizia, è una timida e giovane cantante ma con una bellissima voce. E’
ironico che il Festival premi una cantante che, fino ad allora, aveva cantando
solo in inglese e veniva a Sanremo (dopo aver detto, più volte, che mai ci
sarebbe venuta), con una canzone italiana, “Luce (tramonti a nord est)”, tra
l’altro di difficile comprensione. La sua talent-scout, sempre più brava anche
in questo mestiere, è l’ex-casco d’oro, Caterina Caselli e il pezzo è firmato
anche da Zucchero. Bravissima, la ragazza vincerà grazie anche alla sua grazia.
Elisa non era data certo come favorita all’inizio della Kermesse.
La favorita, una delle due, si piazza al secondo posto, dopo un estenuante
lotta con la giovane friulana, ed è Giorgia. Giorgia, dopo le tre presenze
Sanremesi (1994,1995,1996), aveva detto che non si sarebbe più presentata,
poiché cantava canzoni non adatte per il palco di Sanremo. Questa volta però,
sempre Zucchero, le da una bellissima e difficile canzone, che la stessa Giorgia
non può rifiutare, “Di sole e d’azzurro”. Ritorna così più matura, più donna.
Terzi, con loro grande felicità, arrivano i Matia Bazar. Il gruppo si
ripresenta un anno dopo, un po’ delusi dalla posizione della loro “Brivido
caldo”, dell’anno prima e portano una bella canzone, “Questa nostra grande
storia d’amore”. Il terzo posto è dato anche dalla grande voce di Silvia
Mezzanotte.
Un’altra artista era la più favorita, con Giorgia, ed è Anna Oxa. Con la sua
ennesima presenza Sanremese, la cantante tende sempre a stupire (e forse questo
gli darà solo il decimo posto) ma porta comunque, sempre una bella canzone,
sperando nella sua terza vittoria (1989,1999). Sempre bellissima, porta un pezzo
etnico, “L’eterno movimento”, accompagnata da dei percussionisti. Si presenta
con un finto tatuaggio sul collo, con dei fiori e, all’ultima serata,
addirittura spezzerà una rosa rossa sul palco…una bella canzone, che forse era
valorizzata con minore eccesso. Come sempre torna una ondata giovanile, che
distrugge il mito che a Sanremo non ci vanno i cantanti del momento. Eccettuata
Elisa, che già si è detto vince.
Partecipano i Sottotono, rappresentati della musica Hip-Hop, con “Mezze
verità”, un testo particolare ma che verrà relegato al penultimo posto.
Debuttano anche i Bluvertigo, truccatissimi,il cui leader Morgan è neo-papà
della giovane Asia Argento, presente in platea alla serata finale. Bellissima è
la loro “L’assenzio”, che però è tragicamente ultima. Ritorna inoltre Alex
Britti (tanto per dire “non sono uno di quelli che non torna più”), vincitore
nelle “Nuove Proposte” nel 1999. Il suo è un difficile e bellissimo pezzo, “Sono
contento”; apprezzabile la difficoltà e la sua bravura a suonare la chitarra,
visti i suoi successi con canzoni “facili”.
Altri grandi ritorni e incredibili debuttanti. Prima di tutto Gianni Bella,
che torna al Festival ogni 10 anni (1981,1991,2001). Gianni ritorna senza i suoi
riccioli e un po’ imbiancato, dopo la fortunata amicizia con Celentano (fruttata
gli ultimi due albums del “molleggiato”, come coautore), portando una bellissima
canzone soul, “Il profumo del mare”, che è sempre sottovalutata, al quint’ultimo
posto. Molto peggio va a Syria. La giovane cantante romana ritorna a Sanremo
(aveva vinto tra i giovani nel 1996 ed era ritornata nel 1997), con un nuovo
look, sia fisico che musicale. Dopo la conoscenza con Biagio Antonacci, porta un
brano scritto da lui e quindi abbandona la sua vena melodica per un pop-rock, “Fantasticamenteamore”.
Inoltre la giovane cantante è notevolmente migliorata fisicamente e si è fatta
adulta ma il quart’ultimo posto non la risparmia.
Clamoroso inoltre il debutto, detta da lui era una voglia di rimettersi in
gioco, di Fabio Concato. Il bravissimo e già famoso, cantautore, porta “Ciao
Ninin”, un pezzo molto bello ma pacato, tipico delle sue composizioni. Dopo un
anno, ritornano: la vincitrice in carica delle Nuove Proposte, Jenny B, con la
sua solita grande voce e una bella “Anche tu”, firmata dagli stessi Matia Bazar
e il neomelodico, Gigi D’Alessio, dopo il successone discografico dell’anno
scorso, canta “Tu che ne sai”, una bella canzone dove si esalta la sua voce.
Partecipano anche due veterani della manifestazione: Michele Zarrillo, con
“L’acrobata”, un testo molto bello ma una musica molto simile alle sue, che si
piazza ad un ottimo quarto posto e Paola Turci, con un bellissimo pezzo, scritto
assieme alla sua amica Carmen Consoli, “Saluto l’inverno”. Paola ottiene un bel
quinto posto: la canzone sembra fatta apposta per la Consoli ma Paola ci mette
la sua bella voce ed inoltre all’ultima sera, per la prima volta dopo il suo
incidente, mostra la sua fronte.
Tra tutta questa gioventù e novità, arriva anche un grande “vecchio”, segno
del tradizionale, Peppino di Capri. Cerca di stupire con un pezzo, che tratta di
un amore di un extra-comunitario; difatti nella canzone c’è la frase, “Habibi
enè”, cioè ti voglio bene in arabo. Purtroppo e con suo grande dispiacere la sua
canzone non è apprezzata dalle giurie, addirittura il titolo, “Pioverà”, sarà
preso come una danza propiziatoria della pioggia, che in quei giorni imperversa
in Italia. Peppino rimedierà anche una brutta caduta, con tanto di livido, messo
in diretta da Enrico Papi.
Infine, per dare un po’ di colore alla manifestazione, arrivano i Quintorigo.
Il gruppo ritorna tra i Big,dopo l’esperienza tra i Giovani del 1999, con
“Bentivoglio Angelina”. La canzone è sicuramente non pronta a vincere ma è molto
particolare: la solita voce del cantante (che si presenterà con una calza al
collo alla prima sera), una canzone che mischia uno stile anni ’40 (con tanto di
“effetto radio” in alcune parti), con un clamoroso finale alla Frank Sinatra.
Caterina Caselli, si prende la rivincita nelle “Nuove Proposte” (non avendo
mai vinto lei a Sanremo), vincendo, come talent scout, anche questa categoria.
Il gruppo provoca polemica, poiché sono i Gazosa (il nome è dato dalla Caselli
per sottolineare l’effervescenza del gruppo), una band composta da 4 ragazzini
(di classe tra il 1985 al 1987), che però hanno qualità nelle voci e negli
strumenti e cantano “Stai con me (forever)”. I 4 accettano una scommessa,
proposta dalla Caselli, di fare a gara a chi prende più autografi dai Big (alla
fine vincerà la tastierista, Valentina, a cui verrà regalata una bella
chitarra).
La rivelazione è però un duo, destinato a sciogliersi, sempre di Caterina
Caselli, Francesco e Giada, che rinverdiranno i tormentoni di Sanremo, con
l’orecchiabile “Turuturu”.
Secondi, e fino all’ultimo in lizza per la vittoria, sono il duo dei Moses,
con “Maggie”, cui il cantante si presenta vestito in maniera strana e con una
bella voce.
Si notano, come sempre ultimamente, cantanti già sbocciati ma in attesa di
consacrazione: Carlotta, esplosa nelle estati passati,che denota una bella voce
e una bella canzone, “Promessa”; Sara 6(ex-Taglia 42, a Sanremo nel 1998), con
“Bocca”, un grande talento ed infine Francesco Renga, ex Timoria, con una bella
voce e con la sua “Raccontami”.
Da notare infine: gli Isola Song, un gruppo etnico sardo non amato dalle
giurie (“Grazie”); Roberto Angelini, romano con una canzone impegnata sulla
disoccupazione (“Il sig.domani”); gli Xsense, con una sonorità molto classica e
particolare (“Luna”) e Principe e Socio M., un duo con una musica strana e un
testo altrettanto particolare (“Targato Na”). Da notare infine il gruppo, dal
nome stranissimo, i Pincapallina, con “Quando io”, un pezzo allegro ed
orecchiabile.
<-- 2000 - 2002 -->
|